PRESSIONE 2
seconda parte
Quando parliamo di pressione nello shiatsu non dobbiamo incorrere nell’errore, tipico comunque di chi utilizza il “sistema operativo occidentale” di ritenere che l’efficacia della pressione derivi per la maggior parte dal gesto tecnico. Ovvero, premo quel punto o quella zona ed automaticamente succede una magia che permette al mio ricevente di “guarire”: niente di più sbagliato! Sicuramente qualcosa succede ma forse se guardiamo un fisioterapista al lavoro vedremo che questo lavoro lo svolge MOLTO meglio lui, quindi cerchiamo di non invadere territori ed entrare in ambiti che non ci sono propri senza averne i meriti. Nel precedente elaborato, la pressione parte I°, abbiamo messo in relazione la pressione alla corretta postura quindi da corretta postura, abbiamo detto, deriva una corretta pressione mettendo comunque in dubbio il fatto che detta pressione possa essere anche efficace. Abbiamo poi detto, citando il pensiero dell’amico Alessandro, che quindi mi appoggio e rimango ozioso (?) in attesa. Ecco, qua comincio ad intravvedere qualche altra cosa che definisce la pressione nello shiatsu: l’attesa. Cosa significa? Significa che nello shiatsu io attendo una risposta alla mia azione, una risposta che percepisco solo se io riesco a creare le giuste condizioni perché si sviluppi. Una risposta che io dovrò anche essere in grado di decodificare correttamente: ecco che entra in gioco la corretta presenza mentale. Solo con una corretta presenza mentale riuscirò a decifrare la risposta alla mia pressione da parte del mio ricevente. Ad un uomo molto ricco chiesero come avesse fatto ad accumulare tanto denaro, lui rispose che al denaro non aveva mai corso dietro ma aveva sempre creato le condizioni perché lui gli andasse incontro, ecco, così anche noi dovremmo fare con la risposta alla nostra pressione: mai cercarla ostinatamente ma aspettare con pazienza che si sviluppi, creandone le condizioni. Ma quello della pressione è sicuramente un argomento su cui sarà utile tornare.
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